Continua a restare al centro delle polemiche la tragica morte di Andrea Papi, 26 anni, aggredito da un orso in Trentino mentre stava facendo una seduta di running sui sentieri del monte Peller a Caldes. Per molti una morte annunciata, risultato diretto di una pessima gestione della reintegrazione degli orsi in Trentino.
L’autopsia svolta sul corpo del giovane ha confermato quanto si temeva: il 26enne è stato aggredito dal plantigrado quando era ancora vivo; le lesioni non sono state causate da predazione avvenuta dopo la morte.
Inizialmente si è ipotizzato che l’orso avesse ferito Andrea quando il ragazzo era già morto, forse a causa di un incidente, ma i rilievi hanno raccontato una storia diversa. Questa tesi è stata confutata dall’esame autoptico che invece ha confermato l’aggressione come causa della morte. Si tratta della prima aggressione mortale da orso in Italia.
Intanto, le esequie di Andrea Papi, 26 anni, sono state fissate mercoledì alle 15:00 con lutto cittadino in 12 comuni.
Andrea Papi, ucciso da un orso in Trentino. Fugatti: predisposto l’abbattimento
Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha predisposto l’abbattimento dell’orso coinvolto nella morte di Andrea. Per rintracciare l’esemplare, impiegato un team di esperti. Potrebbe trattarsi di uno dei tre esemplari problematici già segnalati alla Provincia prima della morte di Andrea.
Sono i genetisti della Fondazione Edmund Mach gli ‘investigatori’ a cui è stato affidato il compito di identificare il codice genetico dell’orso che mercoledì scorso ha aggredito e ucciso Andrea Papi. Il primo passo per la cattura e l’abbattimento del plantigrado, così come previsto dall’ordinanza contingibile e urgente firmata dal presidente della Provincia, “al fine di assicurare la massima tutela dell’incolumità e della sicurezza pubblica“.