«La tecnica che abbiamo eseguito consente di eliminare, per via mini-invasiva, la sacca del diverticolo evitando così che il cibo vada ad accumularsi e consentendo al paziente di riprendere un’alimentazione regolare – spiega il professor De Palma, direttore del Dipartimento ad Attività Integrate di Chirurgia Generale, dei Trapianti e Gastroenterologia – Questo tipo di intervento si esegue attraverso la cavità orale, con un endoscopio flessibile chiamato gastroscopio e non lascia nessuna cicatrice esterna sul paziente. Un intervento molto sicuro, ovviamente se eseguito da mani esperte, che richiede un ricovero breve, di una-due notti ».
Una patologia che può davvero incidere fortemente sulla qualità della vita di chi ne è affetto che provoca principalmente difficoltà nella deglutizione del cibo, il cosiddetto “boccone di traverso”, spesso accompagnate da tosse e possibilità di inalazione, nelle vie respiratorie, di cibo che determinano broncopolmoniti recidivanti. La terapia consiste, di norma, in un trattamento chirurgico che prevede una incisione al collo e la resezione della sacca diverticolare e dei muscoli che circondano l’estremità superiore dell’esofago.
«La tecnica mini-invasiva che abbiamo eseguito per via endoscopica è in grado di risolvere la sintomatologia in una elevata percentuale di casi e riduce i tempi di degenza per i pazienti, accelerandone la ripresa», aggiunge De Palma.
La chirurgia endoscopica federiciana è centro di riferimento per il trattamento di questa patologia e si occupa anche del trattamento endoscopico delle patologie bilio-pancreatiche benigne e maligne, dei disturbi funzionali dell’esofago, come l’acalasia, delle lesioni neoplastiche superficiali dell’apparato digerente e del trattamento palliativo endoscopico del cancro esofageo.
«Garantire ai pazienti trattamenti che sappiano coniugare innovazione tecnologica e umanizzazione dell’assistenza attraverso delle risposte chirurgiche che ne riducono i disagi, è l’obiettivo raggiunto dalla nostra equipe che ancora una volta si attesta punto di riferimento per la chirurgia endoscopica di terzo livello, ben oltre i confini regionali», sottolinea Giuseppe Longo, Direttore Generale dell’AOU Federico II.