In Italia la richiesta di cure psicologiche è in costante aumento. Nel 2023 In Campania si stima che circa 3mila persone hanno fatto ricorso in soli 3 mesi agli psicologi di base e 3 adolescenti su 4 hanno fatto richiesta per un percorso psicologico. I dati sono sorprendenti, soprattutto se sono confrontati con i numeri prima dello scoppio della pandemia da Covid-19. Nonostante la maggiore richiesta di cure psicologiche e l’espansione della psicologia come disciplina educativa, c’è ancora molta disinformazione rispetto alla figura dello psicologo. Molte persone non sanno cosa aspettarsi dalle cure psicologiche e quali siano i limiti della psicoterapia. Quindi viene da chiedersi: A che cosa serve la psicoterapia? Che funzione ha lo psicologo?
Questi quesiti li abbiamo chiesti al Dott. Alberto Vito, responsabile UOSD della Psicologia Clinica A.O. dell’Ospedale dei Colli.
“Il Covid ha riguardato tutti, anziani, giovani, adolescenti. Un virus che ha colpito, soprattutto, le famiglie dei 160 mila morti. L’esperienza del ricovero durante il Covid è stata estremamente faticosa dal punto di vista psicologico, poiché la necessità di protezione infettivologica e l’isolamento, che era giustissimo ed inevitabile, andava contro i bisogni psicologici più elementari delle persone. Tuttavia un aspetto positivo c’è stato: la salute mentale è stata sdoganata. Prima in Italia, e poi al Sud, c’era un discrimine. Le persone avevano vergogna di confessare di avere problemi psichici”.
Questo, dunque, è il motivo per cui tanta gente ha fatto richiesta del bonus psicologico?
“In parte sì, c’è un disagio reale, slatentizzato dal covid ma che ha ragioni più profonde. Questa espansione è assolutamente salutare e positiva, ma come tutte le crescite vanno governate proprio nell’interesse della psicologia, altrimenti una richiesta non corretta può provocare disillusione rispetto alla risposta effettiva degli psicologi.
La psicologia è una disciplina che, se ben delimitata, può essere di grande aiuto. Come tutte le cose che vanno di moda, c’è un’inevitabile quota di disinformazione. Questa cosa, adesso, è diventata di massa, è diventata condivisa dall’opinione pubblica. Certamente è positiva, però poi va fatta chiarezza sulle esatte funzioni di questo tipo di disciplina. Il rischio, a mio avviso, è che possa venire demonizzata la sofferenza”
Lei sta dicendo, dunque, che può esserci il rischio in alcune persone di essere eccessivamente spaventate, quindi che ci si rivolga allo psicologo come se fosse un super genitore, capace di fare quello che i genitori sentono di non aver fatto?
“C’è sicuramente un malessere psicologico che è reale, soprattutto negli adolescenti. Ma non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, non è che tutto il disagio è patologico.
Dopo il Covid si registra una maggiore attenzione alla salute mentale e questo è assolutamente positivo. Questo consente la presa in carico di situazioni di disagio. La curiosità verso questo tipo di interventi può attrarre, però, anche persone che in realtà non ne hanno veramente bisogno. Questa espansione è assolutamente salutare e positiva, ma come tutte le crescite vanno governate proprio nell’interesse della psicologia, altrimenti una richiesta non corretta può provocare disillusione rispetto alla risposta effettiva degli psicologi”.