Spuntano nuovi dettagli riguardo il caso di cronaca che ha sconvolto nuovamente la comunità di Sant’Antimo, già scossa per la morte della giovane Giulia Tramontano. Raffaele Caiazzo, 45 anni, sarebbe stato accecato dalla gelosia, tanto da arrivare a compiere il terribile gesto. L’uomo è tuttora in carcere ed è accusato di aver ucciso, a colpi di pistola, il genero Lugi Cammisa, 29 anni, e la nuora, Maria Brigida Pesacane, 24 anni.
Cognati uccisi a Sant’Antimo: l’ossessione di Raffaele Caiazzo per la nuora
Un delitto efferato nei confronti del marito e della moglie dei suoi figli gemelli, genitori dei suoi nipoti. Inizialmente, l’uomo aveva sostenuto di averli uccisi perché i due avrebbero avuto una relazione segreta, smentita dalla famiglia.
In realtà, il racconto della vicenda col passare delle ore è diventato ancora più torbido. Raffaele Caiazzo aveva sviluppato una vera e propria ossessione nei confronti della nuora 24enne, sostenendo di aver avuto con lei dei rapporti. Il figlio, Alfonso Caiazzo, aveva avuto una furiosa lite con lui nel merito. Si tratterebbe solo di fantasie ossessive, ancora una volta smentite dalla famiglia.
L’uomo faceva uso frequente di alcol e droghe leggere e stava sviluppando un’ossessione sempre più marcata nei confronti della giovane nuora. Il figlio Alfonso, marito di Maria Brigida Pesacane, ha ribadito più volte che si tratterebbe solo di “fantasie”. Avrebbe raccontato: “Tutte fantasie che ci hanno rovinato la vita. Ma sospetto che mio padre si fosse invaghito di mia moglie“.
L’uomo si è costituto 5 ore dopo il duplice delitto alla stazione dei carabinieri di Gricignano d’Aversa, in provincia di Caserta. Davanti al gip ha ribadito la sua parziale confessione: ha ammesso di aver ucciso Luigi Cammisa ma, dopo l’efferato delitto, sostiene di non ricordare quanto avvenuto a Maria Brigida Pesacane.
Intanto in carcere il 45enne presunto omicida, che faceva lavori saltuari e sopravviveva con il reddito di cittadinanza, viene sorvegliato in modo assiduo.