Le scoperte degli inquirenti riguardo l’omicidio di Marzia Capezzuti delineano un quadro di vero orrore. La ragazza 29enne, di origine milanese, si era trasferita nel Salernitano per stare vicino al compagno. È scomparsa da Pontecagnano Faiano il 7 marzo 2022; i suoi resti sono stati ritrovati in un casolare a Santa Tecla nell’ottobre dello stesso anno.
Le testimonianze dei cittadini di Pontecagnano lasciavano presagire un quadro di violenza: Marzia era stata vista col volto tumefatto e ricoperta di lividi. Nella trasmissione “Chi l’ha visto” fu mostrata anche una foto della giovane in condizioni preoccupanti scattata da un passante.
Poi, la svolta nelle indagini: tre parenti del fidanzato, morto nel 2019, in stato di fermo. Uno di questi è minorenne ed ha confessato alla sorella quanto avvenuto a Marzia in una videochiamata su Instagram. Un racconto dell’orrore, che dipinge una storia di incredibile violenza.
Omicidio di Marzia Capezzuti, la confessione su Instagram: strangolata e data in pasto ai maiali dopo tre anni di torture
Nessuno poteva immaginare fino a che punto Marzia fosse torturata in quella casa. Il 19 aprile 2023 c’è stata la svolta nelle indagini: sono stati fermati per l’omicidio della giovane un uomo, Damiano Noschese, una donna, Barbara Vacchiano, e suo figlio, un ragazzo minorenne. Tutti i fermati sono parenti del fidanzato di Marzia, morto nel 2019.
Il 15enne, destinatario della misura cautelare, ha confessato alla sorella Annamaria Vacchiano in una videochiamata su Instagram quanto avvenuto nella notte della morte di Marzia. “L’amma affucat”, avrebbe detto il minore in dialetto. “L’abbiamo stangolata”, questa la confessione di cui il ragazzo voleva farsi carico per proteggere la madre, Barbara Vacchiano, e il suo compagno, Damiano Noschese.
La ragazza 29enne era stata la fidanzata di un fratello di Barbara, prima che lui venisse a mancare nel 2019. Marzia, però, era rimasta nel comune del Salernitano dopo la scomparsa del compagno. La notte della sua scomparsa, secondo quanto fino ad ora ricostruito, Barbara Vacchiano con la scusa di riportarla nel suo comune d’origine, avrebbe costretto la ragazza a salire a bordo di un camioncino.
Nel casolare in cui sono stati ritrovati i suoi resti, Marzia è stata strangolata. Prima della morte, però, la 29enne, affetta da un disturbo della condotta in ritardo mentale di media gravità aveva subito ogni tipo di maltrattamenti e violenze. Era diventata un’ospite indesiderata dopo la morte del fidanzato a casa della famiglia di lui. Isolata dalla sua famiglia di origine a Milano, era sola e vulnerabile: i suoi parenti acquisiti avrebbero approfittato del suo disturbo per mettere le mani sulla cospicua pensione di invalidità INPS.
Prima di essere uccisa Marzia per tre anni è stata torturata, picchiata, marchiata a fuoco, rinchiusa in uno stanzino per dormire con le mani legate e trattata come una schiava. Dopo il suo omicidio, i killer avrebbero tentato di disfarsi del corpo utilizzando l’acido e dandola in pasto ai maiali. Tre anni di inferno che sono culminati nell’omicidio efferato.