Cristian Stellini, Gianluca Conte e Costantino Coratti in esclusiva a CRC

La radio partner della SSC Napoli, ha intervistato il vice allenatore della SSC Napoli, Cristian Stellini, il capo match analyst, Gianluca Conte, e il preparatore atletico del club, Costantino Coratti.

Queste le sue dichiarazioni di Stellini: «15 anni con Conte? Si sta molto bene insieme a lui, ma mai comodi. Bisogna sempre farsi trovare pronti, lavorare sodo ed avere grande rispetto di tutti. Quest’ultimo è l’aspetto più importante che tendo a guardare.

Il ruolo del secondo allenatore si è molto evoluto negli anni. Ho smesso di giocare nel 2010 e da quel momento gli staff sono molto cambiati: sono più numerosi ed ogni componente ha una funzione. Il secondo è diventato un po’ il tramite tra l’allenatore e lo staff. Il tecnico oggi ha molte più cose a cui pensare, tra cui anche gli aspetti mediatici, e spende tante energie in cose che magari una volta non si facevano. Un tempo gli staff erano piccoli e c’era poco lavoro per l’allenatore fuori. L’aspetto a cui sono più legato? Ho iniziato a lavorare con Conte come collaboratore tecnico: analizzare le nostre partite e gli allenamenti è l’aspetto che mi è più caro e sul quale mi concentro tanto.

Come si prepara un allenamento? In ogni allenamento c’è una parte a cui il mister è molto legato, relativa alla tattica e ad esercitazioni che lui ama seguire. Oggi alcune parti dell’allenamento sono delegate allo staff, quindi noi dobbiamo inserirci, sapendo che lui ha una sua parte che è il core di tutta la sessione. Noi facciamo dei meeting e ci confrontiamo e coordiniamo per definire l’allenamento. Più ci si avvicina alla partita più il mister entra in gioco in modo determinante, perché è la chiave di tutto.

Chi potrebbe diventare allenatore tra i calciator del Napoli? I giocatori che abbiamo avuto in passato e che poi sono diventati allenatori sono stati quelli che hanno manifestato più interesse in ciò che facevamo: quelli che prendono appunti, chiedono. Oggi questi giocatori sono sempre di più, perché il calcio è cambiato ed i calciatori sono sempre più interessati. Nel Napoli, Di Lorenzo è un ragazzo che conosce il calcio ed è molto interessato. Simeone, anche è molto attento alle dinamiche del gioco e non solo relative alla fase offensiva e all’attacco. Per intelligenza e comunicazione, secondo me anche Zerbin potrà diventare un allenatore».

Queste le dichiarazioni di Gianluca Conte: «La match analysis è molto importante per studiare un avversario e trovare strategie giuste per metterlo in difficoltà. Viene suddivisa in match studio e team studio: il primo riguarda il post match, quindi vengono analizzati pregi e difetti della partita disputata; il secondo invece riguarda lo studio dell’avversario della prossima gara, quindi tutte le varie componenti in fase di possesso e non possesso.

Noi facciamo un’analisi dei singoli avversari: ogni giocatore è preparato ad affrontare il proprio diretto avversario. Il calcio moderno è fatto di tanti duelli individuali, quindi puntiamo a predisporre un giocatore a capire pregi e difetti dell’avversario. Questo avviene con analisi specifiche e video in cui emergono queste qualità, così che il giocatore sa che tipo di avversario va ad affrontare e può adeguarsi al tipo di atteggiamento da assumere durante la partita.

Noi non trascuriamo nulla. Abbiamo degli analisti come Giuseppe Maiuri ed Ettore Prota che ci danno una grossa mano, e poi con lo staff cerchiamo di trovare le giuste strategie per poter mettere in difficoltà gli avversari. Non viene trascurato nulla, perché il mister vuole l’eccellenza da parte nostra. Cerchiamo di fornire la maggior parte delle informazioni, così che se il mister vuole approfondire dettagli in particolare gli vengono presentati con video o analisi. Tutto lo staff predispone un tipo di preparazione alla gara nei minimi dettagli. Bisogna studiare l’avversario a 360° gradi ed entrare nella testa del tecnico dell’altra squadra per poter trovare la contromossa, nel caso in cui ci siano variazioni tattiche.

Un consiglio per chi vuole approcciare alla match analysis? Bisogna avere tanta passione per fare questa professione. Io sono anche allenatore UEFA pro e quindi lavoro anche sul campo. La match analysis richiede tantissimo tempo e tanto impegno, bisogna stare a stretto contatto con l’allenatore e cercare di trovare i giusti video e le giuste immagini. Sembra semplice all’apparenza, ma non lo è, però con l’esperienza che si accumula negli anni si migliora».

Queste le dichiarazioni di Coratti: «Metodo Coratti-Conte? Ho cominciato con il mister nel 2006. Il metodo lo porta l’allenatore, noi collaboratori siamo lì per cercare di valorizzarlo al massimo. Conte ha creato questo metodo sfruttando le sue esperienze da calciatore, la sua laurea in Scienze Motorie e la collaborazione che ha avuto con altri grandissimi professionisti. Ne voglio citare uno, che non c’è più, ma che ha dato tanto ad Antonio e a noi: io ho avuto la fortuna di lavorare con lui al Tottenham ed è stato un grande maestro, che ci ha insegnato tanto, parlo di Gian Piero Ventrone. Per quanto riguarda la peculiarità di questo metodo, io ritengo che la prima cosa sia la professionalità che il mister pretende da tutti: lui e noi diamo tantissimo rispetto a tutti e lo pretendiamo. Professionalità, passione e applicazione su ciò che c’è da fare.

Per noi la parola gestione è sempre antipatica, la escludiamo dal nostro vocabolario. Si va in campo e si cerca di dare il meglio di noi stessi e tirare fuori il meglio dai ragazzi, giorno per giorno: che ci siano sei giorni di settimana libera o che ce ne siano tre. Non esiste un discorso di programmazione di gestione.

Facendo più o meno partite qualcosa cambia, perché la gara è l’allenamento migliore che esista. Quando noi ci alleniamo, infatti, cerchiamo sempre di lavorare sul modello partita. È ovvio che l’equilibrio ideale tra allenamento e partita dà il 100% della condizione. Bisogna trovare equilibri che siano sia di squadra che individuali, perché c’è un discorso personale di sopportazione di carichi di lavoro ed attitudini.

La ricerca di una performance sempre migliore è all’ordine del giorno. Siamo in continuo studio e ricerca di metodi innovativi per cercare di alzare le prestazioni. La cosa importante è cercare di alzarle senza andare a discapito delle prevenzioni: questo è l’equilibrio che dobbiamo trovare. Se guardiamo i km e gli sprint che fanno i calciatori rispetto ad anni fa c’è un incremento notevole. Questa ricerca quindi è uno dei punti a cui verrà data più attenzione».

SscNapoli

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