“Qui tremava tutto da giorni”. Lo raccontano i residenti della Vela Celeste, dove nel crollo di un ballatoio al terzo piano, zia e nipote sono morti domenica sera e dodici persone sono rimaste ferite, tra cui sette bambine, di cui due in modo gravissimo. Ma sulle cause del cedimento e su un’eventuale correlazione tra questo e i lavori in corso ai piani bassi dell’edificio, che il sindaco Gaetano Manfredi si è sentito di escludere subito, dovranno esprimersi i periti nominati dalla Procura della Repubblica di Napoli. La quale ha aperto un’inchiesta per omicidio e disastro colposo.
Divampa la polemica. Per i residenti il crollo del ballatoio è stato una tragedia annunciata: “da anni – denunciano -non si facevano lavori di manutenzione nella Vela Celeste”, l’unico a restare in piedi tra gli edifici assurti a simbolo di degrado del quartiere alla periferia nord della città, oggetto di un ambizioso piano di rigenerazione urbana.
Intanto, grazie alle verifiche sprint ordinate dalla Prefettura, sono rientrati nei loro appartamenti trecento degli ottocento sfollati. Altri hanno occupato la sede della facoltà di Scienze mediche, mentre i restanti hanno trovato ospitalità da amici e parenti o nelle scuole del territorio riaperte appositamente.