L’attaccante del Napoli Cyril Ngonge è stato intervistato in esclusiva da CRC, radio partner della SSC Napoli: Queste le sue dichiarazioni:
«A Napoli mi sono trovato subito bene. Arrivare in un club così importante ha significato tanto per la mia carriera. Non sono uno a cui dà fastidio la pressione, anzi, mi dà la carica. Una pressione positiva si ha sempre nel calcio professionale e per me non è mai stato un problema.
Cosa mi dice mister Conte? Di aiutare nella fase difensiva. È importante che anche noi facciamo il sacrificio di aiutare la squadra in fase di non possesso e dopo, quando abbiamo la palla, di essere incisivi nell’ultima parte del campo nell’1 contro 1 e fare la differenza. Queste sono le indicazioni più importanti che ci dà il mister. Ogni calciatore ha le sue qualità e i suoi difetti, ogni calciatore è unico. Io non penso che cambierei il mio modo di giocare. Politano e Neres sono forti con le loro qualità ed io con le mie.
Lukaku è un calciatore che ha grande personalità e quando vedi la sua carriera provi rispetto per lui. Come calciatore e come persona ha un grande peso ed è un fratello per tanti. Per me ancora di più, perché lo conosco da quando ero piccolo. È importante avere una persona come lui nello spogliatoio.
I movimenti più importanti su cui lavoriamo in fase offensiva? Le giocate che facciamo in allenamento e che memorizziamo ogni settimana con il mister. Le prepariamo ogni giorno e le conosciamo bene quindi cerchiamo di metterle in atto in partita. Il movimento tra di noi è una cosa molto importante: ci alleniamo molto su questo.
Per il mister l’uno contro uno è molto importante ed anche nel mio gioco, è tra le mie qualità. Non mi alleno tanto sull’1 contro 1 è più una cosa istintiva, ma il mister me lo chiede negli allenamenti.
Troppi falli subiti? Le decisioni degli arbitri non mi interessano, io faccio la mia partita e se fanno interventi sbagliati lo vediamo dopo.
Gol scorpione in Olanda? Questo gol è una cosa istintiva. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se lo facessi al Maradona. Sono reti in cui non devi pensare troppo, devi agire solamente guardando il pallone. Lo riguardo spesso.
La squadra che mi ha impressionato di più finora è stato il Parma, perché non me l’aspettavo. Abbiamo vinto, ma è stata dura. Mi ha impressionato, perché hanno giocato veramente bene, è una bella squadra. Chi è più forte tra me e papà? Era un giocatore molto diverso da me. Io sono più tecnico, lui si basava più sulla forza e sulla velocità. Cosa mi ha insegnato? Il gol, il concentrarsi sulla porta. Lui dirà che io sono più forte, io dirò che è più forte lui. L’unica cosa importante è averlo al mio fianco, mi ha sempre aiutato.
Di Napoli mi ha impressionato l’amore per il calcio. Lo senti sempre, ma quando lo vivi da vicino è ancora più straordinario. La passione di tutte queste persone è incredibile, non lo vedi in altre città. Sono andato al Murales di Maradona, ho girato un po’ la città: è una città che vive e questo mi piace tanto. Mi piace anche andare in giro ed essere vicino ai tifosi. Quando sono in famiglia o con gli amici, passeggio per la città».