Una bimba di due anni volata dal terzo piano. Un padre in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Una madre incredula e disperata. Sono i tasselli di una tragedia familiare, che ha sconvolto la piccola comunità di Fisciano. Tasselli che, con grande discrezione, i carabinieri stanno ancora cercando di mettere nell’ordine giusto, così da fare completa chiarezza su quanto accaduto domenica scorsa, quando la tranquilla routine della cittadina universitaria alle porte di Salerno è stata interrotta prima da un tonfo sordo e poi da urla strazianti.
I soccorsi sono arrivati al corso San Vincenzo in brevissimo tempo. La bimba giaceva tra le braccia della madre. Il personale del 118 l’ha trasportata all’ospedale Ruggi di Salerno e da qui, dopo le primissime cure, al Santobono di Napoli. Dove, dopo averla sottoposta a ulteriori accertamenti, i medici l’hanno operata per ricomporre la frattura a un braccio. L’intervento è riuscito senza problemi e la piccola è stata dichiarata fuori pericolo: una rete metallica le ha salvato la vita, attutendone la caduta.
A sessanta chilometri di distanza, intanto, i carabinieri della stazione di Fisciano cercavano di ricostruire l’accaduto. Ma appariva subito chiaro che il padre avesse volontariamente gettato la figlioletta dalla finestra e, interrogato, l’uomo avrebbe ammesso le sue responsabilità. Resta da capire il contesto nel quale è maturato l’insano gesto.
Un gesto che proprio nessuno riesce a spiegarsi a Fisciano, dove i genitori della bambina, entrambi impiegati, vengono descritti come persone perbene, oneste, tranquille. Irreprensibili.