Respinge le accuse il 53enne operaio bloccato per il duplice omicidio dei fratelli di Cesa Marco Marrandino, 39 anni, e Claudio, 29, uccisi a colpi di pistola nella giornata di sabato a Orta di Atella nel Casertano. L’unico indagato è stato fermato dai carabinieri poche dopo l’agguato ed è stato portato in caserma, dove per circa sei ore ha risposto alle domande degli investigatori, negando qualsiasi addebito in relazione all’agguato mortale contro i Ferrandino. Marco, avvocato, e Claudio, imprenditore edile, si trovavano a bordo di un suv Bmw di colore bianco, quando sull’asse mediano all’altezza dello svincolo Nola-Villa Literno, nel comune di Orta di Atella, un’auto ha bloccato la loro corsa. Da quell’auto è poi scesa una persona armata che ha iniziato ad aprire il fuoco. Il minore dei fratelli non ha neanche avuto il tempo di reagire: è stato ferito mortalmente all’interno dell’abitacolo. Il maggiore ha invece provato a scappare, ma il killer non gli ha dato scampo e il suo cadavere è stato trovato sull’asfalto, a pochi metri dal suv.
Chiara la dinamica, non il movente del duplice omicidio, anche se sembra da escludere la matrice camorristica. Le vittime erano incensurate, così come il presunto autore del raid, e l’avvocato aveva ricoperto l’incarico di presidente del Consiglio comunale di Cesa. Quella dei futili motivi è al momento la pista per la quale propendono gli investigatori: una pista che potrebbe portare anche alle vendite immobiliari all’asta.
L’indagato è stato sottoposto a fermo. Giovedì sarà interrogato dal giudice, che deciderà se convalidarne l’arresto.