È un giovanissimo la vittima dell’ennesimo raid armato di stampo camorristico, consumato la scorsa notte nel quartiere di Ponticelli, alla periferia orientale di Napoli, dove da mesi è in corso una sanguinosa guerra tra clan rivali per il controllo del territorio. Ha appena 18 anni e non è morto perché l’obiettivo del commando che gli ha teso l’agguato non era ucciderlo, ma soltanto ferirlo. Ed è per questo che Daniele Frassanito ha avuto salva la vita: i killer hanno mirato alle gambe e hanno colpito soltanto quelle prime di dileguarsi e di far perdere le tracce, mentre il ragazzo veniva soccorso e trasportato all’ospedale Villa Betania, dove è tuttora sotto osservazione dei medici, che però lo hanno già dichiarato fuori pericolo.
L’agguato è scattato in via Luigi Franciosa, a pochi passi da via Ulisse Prota Giurleo. Nella strada risiedono diversi elementi di spicco dei Casella, il gruppo legato ai clan De Luca Bossa e Minichini, che si oppongono alle cosche dei Di Micco e De Martino. Sul posto i carabinieri che stanno indagando hanno trovato diversi bossoli.
Daniele Frassanito è già noto alle forze dell’ordine. Fu arrestato l’8 ottobre scorso. I carabinieri lo notarono assieme a un amico in sella a una moto con la targa coperta in via Ferrante Imparato. Entrambi indossavano scaldacollo e mascherina chirurgica. Provarono a scappare quando i militari gli intimarono l’alt, ma dopo pochi metri caddero e furono fermati. Alla perquisizione furono trovati in possesso di due pistole replica senza tappo rosso e due maschere di Halloween da Scream. Il maggiorenne finì ai domiciliari. Per l’altro, quindicenne, scattò la denuncia e l’affidamento ai genitori.
Ai carabinieri che lo hanno interrogato Frassanito ha detto di non aver riconosciuto le persone che lo hanno ferito in quello che, al momento, potrebbe sembrare una “punizione” maturata in ambienti criminali per uno sgarro.