Nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giandomenico Costi, dirigente sportivo ed ex dirigente del Napoli:
“Come sta il Napoli? Sarebbe stata una stagione complicata credo per tutti, anche per lo stesso Spalletti. Calzona l’ho conosciuto nell’ultima parte del campionato quando arrivai al Napoli negli ultimi mesi di Sarri. Le dinamiche che si creano quando sei allenatore in seconda sono differenti da quando sei l’allenatore. È un allenatore preparato, il Napoli dà segnali incoraggianti ed è stato aiutato dal rientro di Osimhen.
Osimhen lo abbiamo preso nella nostra gestione è un attaccante forte in tutto che eccita la squadra, che crea delle situazioni lui da solo. Tira sempre fuori qualcosa, è un giocatore importante.
Ho visto la partita a Napoli, è stato un primo tempo di grande sofferenza. È un Barcellona fortissimo ugualmente. Il Napoli deve essere bravo in tutte le partite sapendo soffrire. Deve sapere che il Barcellona ti palleggia in faccia e ti fa muovere. Devi accettare tutto questo sapendo che il Napoli è una squadra molto forte con un attaccante che nel porta cartucce ha tante soluzioni.
Le assenze nel Barcellona? Sono sicuramente assenze importanti. Il trio davanti è forte con Yamal, Lewandowski e Joao Felix. È una squadra strana che ha subito tanti infortuni nel corso della stagione. Fa tanti gol e ne subisce, ma questa è una caratteristica delle squadre che giocano in ampiezza. Il Napoli su questo può essere agevolato perché ha giocatori che ti ribaltano l’azione.
La gara di questa sera come l’emblema della gestione post scudetto? È una stagione strana, complicata e molto difficile.
Il direttore sportivo deve avere delle capacità affinché l’allenatore si possa fidare sotto tutti i punti di vista, perché l’allenatore non riesce a fare tutto da solo. Giuntoli questo lo faceva. È un po’ una figura che è mancata e un presidente non può non capire l’importanza dei propri dipendenti.
Negli ultimi anni il Napoli si è collocato stabilmente nelle prime quattro se si parte dal primo Mazzarri. Il presidente e i collaboratori hanno meriti infiniti. La storia dice che quasi sempre le partecipanti alla Champions League fossero le squadre del nord perché hanno tanti introiti”.