Il 9 giugno sarà svolta l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, 29enne originaria di Sant’Antimo uccisa al settimo mese di gravidanza. A confessare il fidanzato, Alessandro Impagnatiello, che dopo un lungo interrogatorio ha ammesso di averla accoltellata e di aver provato a darle fuoco per poi nasconderla in un garage. L’autopsia sarà necessaria per ricostruire le ultime ore e il modo in cui è morta Giulia Tramontano. Non è ancora certo che la versione di Impagnatiello corrisponda alla verità.
Gli esami medici confermeranno o smentiranno quanto raccontato dall’uomo che attualmente è detenuto in carcere. Tra il primo e il secondo interrogatorio, Alessandro Impagnatiello ha già cambiato versione dei fatti.
L’uomo intratteneva una relazione con un’altra donna, una collega, almeno dall’inizio di gennaio. Secondo quanto ricostruito, anche lei era rimasta incinta ma ha interrotto la gravidanza. Poco prima dell’omicidio di Giulia, le due si sono incontrate per discutere delle menzogne raccontate da Impagnatiello.
La giovane, una 23enne di origini inglesi, ha sostenuto di aver temuto, dopo l’incontro con Giulia, per la sua stessa vita. Alessandro Impagnatiello, infatti, ha insistito lungamente per incontrarla in casa sua, sostenendo che Giulia dormisse. Invece l’uomo l’aveva già uccisa, scrivendo all’amante di essere ormai “un uomo libero”. Lei non ha voluto per nessuna ragione incontrarlo, facendosi riaccompagnare a casa da un collega.
Domani la Scientifica analizzerà ancora una volta la scena del crimine e il garage nel quale Giulia è stata nascosta dopo la morte.
Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza: le due ricostruzioni di Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello ha raccontato agli inquirenti riferendosi alla compagna incinta: “la vita per lei era diventata pesante e non riusciva più a vivere“. Secondo la sua ricostruzione, Giulia nel corso della lite in casa dopo l’incontro con la sua amante avrebbe iniziato “a procurarsi dei tagli sulle braccia“.
Aggiunge: “A quel punto mi sono alzato dal divano cercando di avvicinarmi a lei, mi diceva che non voleva più vivere. Arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi all’altezza del collo“. Questa versione, però, non aveva convinto gli inquirenti.
Impagnatiello, nel secondo interrogatorio, ha cambiato versione dei fatti sostenendo di aver ucciso Giulia perché “stressato da quella situazione”. La ragazza stava preparando la cena e si sarebbe ferita involontariamente al braccio mentre tagliava dei pomodori.
Questo avrebbe scatenato la furia del compagno, che l’avrebbe accoltellata al cuore e alla gola. Secondo gli inquirenti, Impagnatiello è un narcisista con spiccate doti di manipolazione, abituato a mentire spesso e che avrebbe raggirato entrambe le donne, nascondendo a ognuna delle due la presenza dell’altra. Al momento si trova nel reparto dei detenuti a rischio, in una zona speciale del carcere di San Vittore poiché potrebbe essere aggredito dagli altri detenuti.