Un altro prestigioso riconoscimento per la comunità scientifica napoletana. Il Professor Riccardo Troncone, ordinario di Pediatria presso il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II, è stato premiato dalla Celiac Disease Foundation per i suoi studi eccellenti sulla malattia celiaca.
“Il riconoscimento, che ogni anno premia a livello globale ricercatori che si sono distinti per il loro contributo allo studio e alla cura della malattia celiaca, è stato attribuito per gli studi condotti dal professor Troncone” così si legge in un comunicato, pubblicato dall’Università Federico II “in particolare sulla definizione della celiachia “potenziale” e sulla prevenzione di questa condizione a così elevata diffusione nella popolazione generale”.
“Questo riconoscimento vuole premiare la qualità della ricerca prodotta, in particolare sulle possibili strategie di prevenzione della malattia celiaca, una delle condizioni a più alta prevalenza nella nostra popolazione e testimonia la posizione di preminenza a livello globale che l’Università Federico II mantiene in questo specifico ambito di ricerca”.
“Il professor Troncone è Direttore del “Laboratorio Europeo per lo Studio delle Malattie Indotte dagli Alimenti”. Ex presidente della Società internazionale per lo studio della malattia celiaca (ISSCD) e della Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (ESPGHAN), è editore associato del Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition (JPGN). Nell’ultimo decennio il suo interesse si è concentrato principalmente sulla potenziale malattia celiaca con la creazione di un’ampia coorte di pazienti che ha permesso la definizione della storia naturale della condizione, inclusi biomarcatori che ne predicono l’evoluzione, e dei meccanismi che portano all’atrofia dei villi. L’altro ambito è stato quello della prevenzione: è stato co-presidente del progetto preventCD, il primo tentativo di prevenire la celiachia nei neonati a rischio attraverso l’induzione della tolleranza. Tale coorte ha consentito inoltre l’identificazione di fattori di rischio e di biomarcatori predittivi, nonché la definizione della storia naturale della malattia celiaca”.