Massacro di Ponticelli, nuova inchiesta. Ascari (M5S): “Il lavoro dell’Antimafia ha dato frutti”

Due bambine massacrate e stuprate, Nunzia Munizzi e Barbara Sellini, di 10 e 7 anni, poi date alle fiamme nel luglio 1983 per cui tre persone sono finite in carcere, con condanne definitive. I tre condannati, però, si sono sempre detti innocenti per la strage di Ponticelli, località della periferia orientale di Napoli. Grazie all’indagine portata avanti dalla commissione Antimafia della scorsa legislatura, i cui contenuti sono tutti riportati nella relazione finale, che la Commissione ha approvato all’unanimità a settembre 2022, si apre una nuova inchiesta. 

Lo afferma la deputata Stefania Ascari, capogruppo M5s in commissione Antimafia. “Finalmente – scrive la deputata, facendo riferimento all’apertura di un fascicolo conoscitivo da parte della procura di Napoli – il prezioso lavoro che abbiamo fatto porta a dei frutti concreti. Ho coordinato personalmente il comitato che ha portato avanti l’indagine, nel corso della quale sono emersi elementi fondamentali. Grazie soprattutto al decisivo supporto della dottoressa Luisa D’Aniello, psicologa forense e criminologa, e dell’investigatore Giacomo Morandi, consulenti della commissione Antimafia nella scorsa legislatura, abbiamo lavorato proseguendo lungo la strada tracciata dal giudice Ferdinando Imposimato. Abbiamo acquisito gli atti dei processi riscontrando, con i mezzi di cui disponiamo oggi, che le prove che hanno determinato la condanna di tre persone sono deboli e troppi elementi sono stati trascurati“.

Soprattutto, nelle scorsa legislatura e anche in quella in corso, abbiamo chiesto – prosegue Ascari – che venissero sentiti i pentiti di camorra Starace, Sarno, Galasso e Delli Paoli. Da ultimo l’ho chiesto in audizione in commissione Antimafia alla procura di Napoli e alla Procura Nazionale Antimafia. Proprio Sarno e Galasso in carcere avrebbero garantito la protezione ai tre condannati per il massacro: essendo a conoscenza della loro innocenza, avrebbero fatto sì che non subissero nessuna delle ritorsioni che di solito il disumano codice non scritto del carcere riserva a chi si macchia di violenza su donne o bambini. Il lavoro in commissione Antimafia deve andare avanti, in piena sinergia con gli investigatori di Napoli

SscNapoli

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