Nascondeva otto milioni in contanti dietro l’armadio: tutti in biglietti da 20, 50 e 200 euro, divisi in mazzette, incelofanati e impilati all’interno di una sorta di caveau ricavato in casa a Santa Maria La Carità, in provincia di Napoli. Era qui che abitava il “Paperone”, un medico che esercita la professione a Pompei, ora indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato assieme a un nipote, titolare di un patronato. Il tesoro è stato trovato e sequestrato dalla guardia di finanza di Torre Annunziata il primo agosto scorso, nel corso di una perquisizione scattata a seguito di un’indagine per evasione fiscale aperta dalla procura oplontina.
Il medico lavora nel settore previdenziale. Ascoltato dai militari delle fiamme gialle, non ha saputo spiegare la provenienza del denaro, limitandosi a dichiarare che quei soldi erano stati onestamente da lui guadagnati in anni di esercizio della professione e regolarmente denunciati. Ma per la procura le cose non starebbero in questo modo: la quantità di contanti trovata e le sue modalità di conservazione non sarebbero giustificate dai redditi dichiarati dal medico, per cui il gip di Torre Annunziata ha convalidato il sequestro dei soldi, considerata “la più che ragionevole provenienza illecita degli stessi” e “ricorrendo concreti e specifici indizi del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e comunque del reato di ricettazione”.