È un bidello il principale sospetto nel caso dell’omicidio di Marcello Toscano. In servizio nella stessa scuola in cui lavorava il docente di sostegno ucciso a coltellate il 27 settembre. Contro di lui sono emersi gravi indizi di colpevolezza secondo la Procura di Napoli Nord, che ha emesso nei suoi confronti un provvedimento di fermo.
La vittima conosceva dunque il suo presunto carnefice. A questo punto, per completare il puzzle investigativo, mancano soltanto due tasselli: movente e arma del delitto, quel coltello infilato sette volte nell’addome del professore, ammazzandolo. Ma, per gli inquirenti, il materiale raccolto finora basta per accusare di omicidio volontario il collaboratore scolastico.
A incastrarlo ci sarebbero in primis le tracce di sangue sugli abiti trovati durante le perquisizioni personali e domiciliari. Ma anche le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona confermerebbero i sospetti degli inquirenti. I quali hanno interrogato il bidello per una notte intera senza ottenere alcuna confessione.
Ancora da definire l’ora dell’omicidio. È invece certo che dopo le 12.30 il cellulare della vittima ha smesso di funzionare. Poi ci sono le tracce di sangue vicino a un casotto usato come magazzino nel cortile della scuola, poco distante dall’aiuola in cui è stato trovato il cadavere dell’insegnante. Altri pezzi di un mosaico che lentamente prende forma.