La famiglia di Fulvio Filace, laureando 25enne in ingegneria meccanica gravemente ferito nell’esplosione del prototipo Polo Wolkswagen SaveLife di venerdì 23 giugno, a Napoli, ha rilasciato un comunicato. Il giovane si trovava a bordo dell’auto sperimentale con l’ingegnere e ricercatrice del Cnr Maria Vittoria Prati, morta a causa delle ustioni dopo quattro giorni di agonia.
La famiglia di Fulvio Filace, a bordo del prototipo esploso a Napoli: “Vittima di un test fallimentare”
Nel comunicato si legge: “È giusto che la tecnologia progredisca e vada avanti, non vogliamo però che un ragazzo pieno di sogni possa diventare un martire dell’innovazione. Fulvio è vittima di un test fallimentare che cambierà per sempre la sua vita e quella della nostra famiglia. E troppe domande oggi ci tormentano“.
Fulvio, impegnato in un tirocinio curriculare, era nel prototipo di un progetto denominato “Lifesave – Make your car a solar hybrid” che ha l’obiettivo di convertire le auto tradizionali in modelli ibridi-solari.
“Venerdì pomeriggio – ricorda la famiglia nella nota – sulla tangenziale di Napoli è esplosa un’auto in transito. Una notizia ripresa presto da tutti i media locali e nazionali per la gravità dell’incidente. In quella macchina c’erano due persone, una di queste era Fulvio, 25 anni, laureando alla Magistrale di Ingegneria meccanica, una vita piena di sogni, l’ambizione di lavorare in Ferrari. Oggi Fulvio è in coma farmacologico, intubato, con ustioni di terzo grado in gran parte del corpo e con i bronchi occlusi. La ricercatrice che era con lui, invece, è deceduta“. La nota della famiglia di Fulvio Filace si conclude con l’hashtag “Giustizia per Fulvio”.