È tutto racchiuso in una frase sola il pensiero del presidente dell’Unione industriali di Napoli, Costanzo Iannotti Pecci: “Il Sud non è un ambiente congeniale alle imprese”. Atto di accusa contro la classe politica che amministra le istituzioni nelle regioni meridionali. Nove parole pronunciate senza reticenze a margine di un convegno proprio sul ruolo del Mezzogiorno nello sviluppo dell’Italia. Un’Italia ancora profondamente spaccata in due. Da un lato il Centro-Nord, dove “quando un imprenditore si insedia in un’area di sviluppo industriale già trova energia, acqua, metano, strade e fognature – sottolinea Jannotti Pecci – mentre al Sud queste aree sono allocate in zone abbandonate a se stesse, con infrastrutture e servizi mal funzionanti”. Di qui il teorema del numero uno dell’Unione partenopea: “La crescita è la missione di qualunque imprenditore, ma purtroppo al Sud non esiste un ambiente congeniale allo sviluppo delle imprese, per questo tanti meridionali hanno preferito investire al Nord o all’estero, continuando ad avere al Sud il centro decisionale, ma altrove i propri impianti produttivi”. I colpevoli? “Gli assetti istituzionali e la burocrazia”: è categorico Jannotti Pecci, che imputa a questi anche la fuga di cervelli. “Come pensare che un ragazzo che si è formato bene per i sacrifici delle famiglie, conosce le lingue e la digitalizzazione, poi deve fare il giro delle sette chiese per trovare lavoro al Sud? È chiaro che va al Nord o all’estero – osserva il numero uno degli industriali napoletani – Mettere un giovane in condizioni di lavorare bene è prioritario”, ma nel Mezzogiorno queste condizioni non esistono per colpa “della burocrazia e dell’apparato istituzionale”, incapaci, secondo Jannotti Pecci, “di utilizzare bene le risorse con cui si dovrebbero creare occasioni di lavoro qualificato per i nostri giovani. Se non creiamo un ambiente in grado di offrire un lavoro vero e non occasionale – conclude il presidente dell’Unione partenopea – è inevitabile che l’emigrazione continui e, anzi, si rafforzi e si amplii”.