Riapre i battenti la “Marino Guarano” di Melito, teatro dell’omicidio del professore di sostegno Marcello Toscano, per il quale la Procura ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Napoli Nord l’arresto di Giuseppe Porcelli, 54enne bidello dello stesso istituto.
Mentre gli alunni facevano lezione, fuori, il sit-in delle mamme, che invocavano l’installazione di telecamere all’esterno e metal detector all’ingresso della media di via della Magnolie, tra le cui mura, nei mesi scorsi, si erano già consumati due atti di teppismo prima dell’uccisione del professor Toscano: l’accoltellamento di un tredicenne da parte di un compagno e l’aggressione a un’undicenne da parte di una coetanea nei bagni. Episodi che hanno fatto parlare della “Marino Guarano” come la scuola degli “orrori”.
Un’etichetta che rifiuta categoricamente Massimiliano Maja, docente dell’istituto. “Questi attacchi sono immotivati e ingiusti – afferma Maja – La scuola è sempre stata impegnata in attività contro ogni forma di illegalità. Noi ci dedichiamo con passione e professionalità ai nostri ragazzi. Lo abbiamo sempre fatto e lo faremo ancora”.
I genitori lamentano la mancanza di telecamere. “All’interno della scuola ci sono – sottolinea Maja – ma per la privacy non possiamo tenerle accese. Mancano quelle esterne, ma arriveranno presto”, assicura il docente.
Alla riapertura della media di via delle Magnolie erano presenti un decimo degli studenti iscritti: una sessantina. Alcune aule erano vuote. “Abbiamo cercato di accogliere al meglio i ragazzi presenti – spiega Maja – abbiamo cercato di far capire loro che bisogna andare avanti. Capisco che entrare in classe può rappresentare uno choc e per questo la nostra preside ha già contattato l’Asl e chiesto l’intervento di uno psicologo”, osserva Maja, che poi lancia un appello ai genitori: “Riportate i vostri figli a scuola, fidatevi di noi”.
Dal sindaco di Melito, Luciano Mottola, arriva invece una promessa: “Non lasceremo soli questi bambini e i loro genitori, sarebbe il reale fallimento delle istituzioni. Non sono soli e lo dimostreremo lunedì 10 ottobre, con una manifestazione che coinvolgerà le scuole dell’intera città, un corteo che partirà dal Comune per raggiungere il vicino campo sportivo, dove gli alunni di tutti gli istituti avranno la possibilità di dire la loro”, annuncia Mottola, che poi minaccia le dimissioni: “Non esistono le condizioni per andare avanti. In altre realtà lo Stato è intervenuto con forza. Penso a Scampia, Secondigliano, all’agro aversano, a Casal di Principe, dove la vivibilità è migliorata. Qui no. Qui – conclude Mottola – sta per morire tutto, anche la speranza. Lo Stato deve intervenire subito, interessarsi seriamente anche ai nostri territori È il mio ultimo appello al nascente governo, con le aspettative non di un sindaco, già ampiamente deluso, ma di un padre che vuole far crescere i propri figli nella sua città”.