In Campania Il numero di richieste di assistenza psicologica è in progressivo aumento. La necessità da parte delle persone di intraprendere un percorso psicologico deve tener conto anche degli elevati costi delle cure psicologiche. La Regione Campania è la prima regione in Italia ad adottare la figura dello psicologo di base, ovvero un primo livello di assistenza psicologica gratuita.
Sebbene, il servizio di Psicologia di Base riesce a garantire un primo livello di assistenza, in alcuni casi è ancora inevitabile rivolgersi ad uno specialista. Allora viene da chiedersi: In quali casi è necessario l’intervento di uno specialista? Che tipo di assistenza può garantire il servizio di psicologia di base?
Questi quesiti li abbiamo chiesti al Dott. Armando Cozzuto, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania:
Presidente, quali sono le funzioni dello psicologo di Base e per quale motivo siete giunti all’adozione di un primo livello di assistenza psicologica gratuita?
Prima dell’attivazione del servizio di psicologia di base, nel pubblico, nelle aziende sanitarie locali e nelle aziende ospedaliere abbiamo garantito solo un secondo livello specialistico e in alcune aziende hanno garantito anche l’accesso alla psicoterapia, che è un livello secondario, quindi specialistico. Con questa legge siamo riusciti, invece, a garantire adesso anche un livello di assistenza primaria che fa da filtro ai livelli specialistici di cura.
Il servizio di psicologia di base ha la funzione di aumentare la sostenibilità del sistema sanitario nazionale, perché fa da filtro e da contenimento ai cittadini in merito a tutte quelle sintomatologie che derivano da eventi di vita; ciò può consentire con otto incontri ed, eventualmente, con un altro ciclo di otto incontri di contenere e di ridefinire in positivo quel periodo di vita e, di conseguenza, evita un accesso improprio ai livelli specialistici di cura; invece, laddove si riscontra una sintomatologia conclamata e una vera e propria psicopatologia si invia il paziente al servizio specialistico. Questo riduce il lavoro dei livelli secondari di cura e anche gli accessi impropri al pronto soccorso.
Lei crede che sia in atto una rivoluzione del sistema sanitario nazionale e, in particolare, in un ruolo sempre più significativo della scienza psicologica?
Sebbene la scienza psicologica sia una scienza antica, la professione di Psicologo è comunque relativamente giovane. Per questo motivo abbiamo tanto insistito sulla figura dello psicologo di base e siamo stati i primi in Italia a normare e ad attuarla grazie allo straordinario lavoro della Regione Campania che ha destinato oltre 40 milioni di euro di fondi al servizio di psicologia di base. La legge era stata impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Campania si è costituita in corte costituzionale e ha vinto.
Questa vittoria storica ha consentito anche ad altre regioni di fare lo stesso, perché nel momento in cui abbiamo vinto in corte costituzionale altre regioni hanno preso come modello la nostra legge. Ciò ha sensibilizzato anche il governo a lavorare ad una legge nazionale. Sono state presentate e proposte da sei gruppi parlamentari diversi che sono confluite in un testo unico che adesso è in discussione in dodicesima commissione affari sociali della camera. Nel momento in cui avremo la legge nazionale, un relativo accordo collettivo nazionale, allora ci sarà una rivoluzione all’interno del sistema sanitario nazionale.
La Regione Campania ha fatto davvero da apripista su tutto, poiché tutte le leggi che sta formulando e approvando sarebbero, in realtà, di competenza del Governo.
Lei crede che negli ultimi anni ci sia stato un aumento dei disturbi mentali, quali la depressione e i disturbi dell’umore?
Be’, innanzitutto, bisogna fare una distinzione chiara e netta tra quello che è un disagio psicologico reattivo ad una fase del ciclo di vita, da una forma di disagio conclamata e più strutturale che necessita di un intervento di uno psicoterapeuta. È naturale che in un periodo di tristezza si possa toccare un vissuto depressivo, ma in quel caso si parla di depressione reattiva, che è una risposta sana della persona che deve riorganizzarsi sulla base di un evento straordinario.
Il numero di richieste di servizi psicologici è aumentato soprattutto dopo il periodo della Pandemia. Il Covid ha avuto, secondo lei, un ruolo significativo per dimostrare la necessità di investire in salute mentale?
Il Covid, sicuramente, ha influito, poiché è andato ad esacerbare dei quadri sintomatologici pregressi, ne ha attivati anche di nuovi e, inevitabilmente ha fatto emergere una serie di necessità e di richieste che precedentemente erano nascoste. Ciò ha, paradossalmente, contribuito a ridurre il pregiudizio nei confronti degli operatori della salute mentale, poiché quando c’è stata l’emergenza sanitaria mondiale non è cessata quella psicologica. Ci sono degli studiosi che parlano di disturbo post-traumatico da stress pandemico.
Oggi il lavoro degli Psicologi è molto più richiesto rispetto al passato, paradossalmente rispetto al periodo del Covid. Noi speriamo che questa sia una lezione che anche le istituzioni possano utilizzare in senso positivo per investire adesso in salute psicologica e non solo quando si attiva un contesto emergenziale.
Come lo vede il futuro più immediato?
Adesso la palla passa al governo, e soprattutto anche al Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi che auspichiamo possa svolgere lo stesso lavoro che abbiamo svolto noi in Campania. Siamo sicuri che in Parlamento nessuno si opporrà a questa legge. Il Governo, però, deve trovare i fondi necessari e deve comprendere che quello è un investimento. Noi auspichiamo che, nel giro di un anno, la legge venga approvata e che, nel giro di un paio di anni, ci sarà anche il nostro accordo collettivo nazionale, così ci sarà innanzitutto l’accesso alla possibilità di selezione per tutti gli psicologi italiani e, quindi, ci sarà finalmente una figura strutturata.
