La presentazione di tre nuovi treni, che entreranno in servizio sulla linea 1 della metropolitana di Napoli, consentendo un incremento dei passeggeri del 25%, era un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare. Per fare sapere a tutti qual è il suo pensiero sul Qatargate, l’inchiesta belga sulle mazzette che ha scosso il Partito democratico per il coinvolgimento di alcuni suoi esponenti illustri. Così non si fa pregare. E al momento opportuno il governatore Vincenzo De Luca sputa fuori il rospo. A modo suo. Senza troppi peli sulla lingua, parlando delle tangenti come “cose vergognose”.
“Ma al di là dell’indignazione per la corruzione”, quello che più colpisce il presidente della giunta regionale della Campania è che “per 15 anni il Pd è stato nelle mani di un gruppo dirigente di miserabili. Miserabili – precisa De luca – sul piano politico, costituito al 99% di presuntuosi e all’1% di nullità politiche, salvo qualche rara eccezione. Indigna – prosegue – che chi ha governato il partito continui a dare le carte, a fare interviste e a assumere incarichi, pur essendo totalmente al di fuori della società italiana”.
“Anime morte. Seppelliamole”, sbotta il governatore. Il quale auspica “che dal congresso possa arrivare un rinnovamento del Pd, ma è un’impresa quasi impossibile. C’è da augurarsi per l’equilibrio della vita politica italiana che ci possa essere un rinnovamento radicale e totale di tutta la classe dirigente, un’impresa al limite”, però, ribadisce De Luca, per il quale “andrebbero messi da parte tutti quelli che in 15 anni sono stati negli organismi dirigenti del Pd e nei governi nazionali. Tutti, nessuno escluso. È l’unica possibilità di creare una vitalità di democrazia italiana e una forza progressista che garantisca dialettica politica seria nel Paese”, ha spiegato il presidente, che ha concluso criticando anche le metodologie del congresso del Partito democratico: “È costruito regole demenziali e autoreferenziali”.