Parte da Napoli la rivolta dei disoccupati contro la riforma del Reddito di cittadinanza, attualmente allo studio del governo. Sul tavolo la trasformazione del sussidio in Mia, Misura di inclusione attiva.
L’idea dell’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni è ridurre la platea dei percettori abbassando a 7.200 euro il tetto dell’Isee; ridurre a 500 euro mensili per la durata di 18 mesi il sussidio per le persone non occupabili con un minore, un anziano o un disabile nel nucleo familiare; ridurre a 375 euro mensili per la durata di 12 mesi, invece, il sussidio per le persone “occupabili”.
In Campania saranno interessate dalla riforma oltre centomila persone, la stragrande maggioranza delle quali residente nella provincia di Napoli. E proprio qui è scoppiata la prima protesta.
Un gruppo di disoccupati organizzati, aderenti a diverse sigle come “7 Novembre” e disoccupati di “Cantiere Scampia”, si è radunato davanti a Palazzo San Giacomo, sede della Giunta comunale, per incontrare l’assessore al Lavoro Chiaia Marciani. L’incontro non si è concretizzato e i manifestanti avrebbero provato ugualmente a entrare, ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa con caschi, scudi e manganelli. Di qui le tensioni e gli scontri con i manifestanti che poi si sono allontanati.