Roberto Vecchioni è tornato a Napoli ma questa volta non solo per uno spettacolo di musica. Il noto cantautore e professore italiano si è esibito al Teatro Augusteo per un concerto ricco di monologhi e racconti sulla sua vita personale. Lo show fa parte di una delle tante tappe del suo tour “Tra il silenzio e il tuono” in molti dei teatri in giro per l’Italia.
Una parte consistente del ricavato incassato dalla vendita dei biglietti è stata devoluto alla Fondazione Melanoma Onlus, ente di ricerca e di sviluppo di nuovi farmaci e cure per i tumori della pelle, presieduta dal Prof. Paolo Antonio Ascierto e a cui è dedicato lo show. Vecchioni si è dimostrato ancora una volta sensibile sulla tematica delle malattie tumorali tanto che nel corso dell’evento ha ricordato il suo amico Salvatore deceduto qualche anno fa. Lo spettacolo è andato sold-out.
Al termine dello show, il Prof. Paolo Antonio Ascierto, direttore dell’Oncologia Medica, Immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto nazionale dei Tumori di Napoli “G. Pascale” è intervenuto insieme al cantante sul palco per regalare alla platea del Teatro Augusteo un breve discorso sul dramma delle malattie cutanee: “Innanzitutto ci tengo a ringraziare al maestro per la serata che ci ha regalato- ha detto Ascierto- poiché per noi i concerti sono un’occasione importante sia perché attraverso la musica possiamo arrivare al cuore delle persone sia perché possiamo veicolare un messaggio importante della ricerca e della prevenzione”.
“Noi come Fondazione ci occupiamo del Melanoma- ha continuato Ascierto- Fino a qualche anno fa il Melanoma era considerato una malattia rara. Quando andavamo ai congressi nel 2005 il numero di pazienti affetti da melanoma era di 7 mila casi che possono sembrare molti ma non lo sono. Oggi secondo una stima che è stata fatta nel 2023 il numero è salito a 15.000. Addirittura, secondo una proiezione che è stata fatta per il 2024, si stima che i casi possano salire a 17.000.
“Tra l’altro nel corso degli anni la malattia è cambiata. Se nel 2005 dicevamo che il picco di incidenza del melanoma era di 60 anni e che quindi veniva considerata una malattia dell’anziano. Oggi, invece, il picco d’incidenza è di 40 anni e il Melanoma è la prima causa di morte dei giovani con un’età compresa tra i 20 e 30 anni. La causa principale di questo fenomeno è dovuta ai raggi ultravioletti e allo stile di vita”.
“Nel 2008 l’organizzazione mondiale della sanità ha fatto una studio molto interessante. Si stima che chi abbia utilizzato o si sia sottoposto ad una lampada abbronzante nella fascia d’età al di sotto dei 30 anni abbia il rischio aumentato di 75% in più di contrarre il melanoma”.
“Il melanoma oggi si trova sulla pelle e quindi può essere visto più facilmente. Di 15.000 e 17.000 pazienti affetti da questa malattia l’80% si può guarire con un semplice atto di chirurgia. Noi, però, dobbiamo guardare anche al restante 20% e invogliare i giovani a cambiare lo stile di vita e a prendere consapevolezza che le radiazioni ultraviolette facciano male”.
“Le scottature, il sole nella fascia oraria intensa e le lampade abbronzanti fanno male. I giovani non sono consapevoli di questo messaggio e serata come queste ci danno l’opportunità di mandare questo messaggio”.
“Dopo di che, c’è anche il discorso della ricerca che è il miglior investimento che possiamo fare per i nostri figli perché attraverso la ricerca si possono trovare nuovi farmaci e nuove cure. Nel 2010 tutti i pazienti affetti da melanoma metastatico morivano poiché anche la chemioterapia non funzionava. Oggi grazie alla ricerca possiamo guarire il 50% dei pazienti che è tanto”.
“Quando noi diciamo ad un paziente che ha il 50% di possibilità di guarire, lui guarda l’altro 50%, quello brutto. La ricerca e i fondi servono alla scopo che quel 50% diventi sempre di meno e che possiamo arrivare a curare il 100% dei pazienti che non è un’utopia e che aspiriamo ad arrivare tra qualche anno” ha concluso così il Professore Ascierto.
“Il concerto è dedicato a tutti coloro che hanno questo problema- ha dichiarato Roberto Vecchioni- ma anche a tutti coloro che possono essere salvati e salvabili e al mio amico Salvatore che non ce l’ha fatta e che ora mi guarda da lassù”.
