Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è dimesso. La notizia era nell’aria, ma l’ufficialità è arrivata soltanto poco dopo le 17. Alla fine, dunque, Sangiuliano ha dovuto fare un passo indietro: il pettegolezzo, nato attorno alla natura del suo rapporto con la “mancanta consulente” pompeiana Maria Rosaria Boccia, all’inizio soltanto un venticello, si è trasformato in un tornado, che ha travolto il ministro, non lasciandogli altra via d’uscita al di fuori delle dimissioni “irrevocabili”, come ha sottolineato lo stesso Sangiuliano nella lettera indirizzata alla premier, che ha accettato le dimissioni.
“Caro Presidente, cara Giorgia, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura”: inizia così la missiva. “Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato. Ma ritengo necessario per le istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni. Come hai ricordato di recente, stiamo facendo grandi cose, e lo dico come comunità politica e umana alla quale mi sento di appartenere”, prosegue Sangiuliano, definendosi “fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di governo. A partire dall’aver messo fine alla vergogna tutta italiana dei musei e dei siti culturali chiusi durante i periodi di ferie. Sono consapevole, inoltre, di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie, avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema, ricercando più efficienza e meno sprechi. Questo lavoro – rimarca – non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli. Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare. Qui è in gioco la mia onorabilità – chiarisce – e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il governo. Mai un euro del Ministero è stato speso per attività improprie. L’ho detto e lo dimostrerò in ogni sede. Non solo. Andrò fino in fondo per verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi e agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni”, conclude Sangiuliano. Al suo posto alla guida del dicastero della Cultura è stato nominato Alessandro Giuli.