Basta associare Scampìa a Gomorra: una nuova era può iniziare per il quartiere alla periferia Nord di Napoli. È qui, e con questo auspicio, che le massime autorità politiche e istituzionali locali e regionali hanno inaugurato la sede dell’Università degli studi Federico II che ospiterà i corsi di laurea triennale e magistrale in Professioni sanitarie.
Nessuno ha voluto mancare al taglio del nastro: il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca, il ministro dell’Università uscente Maria Cristina Messa. E poi, naturalmente, il rettore della Federico II Matteo Lorito, padrone di casa, contento di “celebrare gli ottocento anni dell’ateneo con un risultato straordinario come l’apertura della sede di Scampia”. Sede che, ci tiene a sottolineare Lorito, “sarà un punto di riferimento anche per i servizi sanitari in un’area della città in cui le prestazioni mediche vengono erogate a singhiozzo”.
Di “vittoria” non soltanto di un quartiere, ma di tutta Napoli, “sul pregiudizio che Scampìa fosse luogo di camorra e morte, in cui le cose non si fanno mai” parla invece il cittadino del capoluogo campano.
Toni meno entusiastici quelli De Luca, che sottolinea come per realizzare la nuova facoltà ci siano voluti venti anni, di cui quindici di cantiere: una situazione inaccettabile, secondo il governatore, che chiude il suo intervento rivolgendo un invito a tutti: “In questo bel panettone la Regione investe 50 milioni di euro, chiedo di rispettarlo e di non devastarlo da qui a un anno”.
Un monito arriva infine dal ministro dell’Università: “Che questa non sia una cattedrale nel deserto. Venire qui sarà scomodo, ma è molto importante creare quell’atmosfera e l’ambiente per cui i ragazzi vengono volentieri, non è facile – ammette la Messa – è un’operazione che richiede molto impegno da parte non soltanto della governance, ma anche dei docenti, del personale e degli studenti”.