Ci sono vite che, per loro essenza, sembrano essere programmate a diventare leggenda. Quelle vissute in tutte le sfumature e stati d’animo. Se è vero che Tina Turner abbia avuto qualcosa di felino, oltre alla chioma da leonessa e al graffio della voce, questo avrà avuto sicuramente a che fare con le sue tante vite. Sette, come i gatti, o forse di più, attraversate e segnate da numerose condizioni,: la povertà, il sacrificio, l’amore, la rabbia, il successo, la disperazione. Tina “Little Ann” ha conosciuto tutto questo, ed è riuscita a salvarsi, grazie alla musica, pagando però a caro prezzo il talento. “A fool in love”, come recita una sua canzone, la prima in cui Anna Mae Bullock, nata a Brownsville nel Tennessee il 26 Novembre 1939, ha utilizzato lo pseudonimo di Tina Turner. Quasi un ironico presagio di quello che sarebbe stato il rapporto violento e tormentato con il marito Ike, dal quale ha mutuato il cognome, e con il quale diede vita, tra gli anni ’60 e ’70, ad un celebre duo. “Da Proud Mary”, cover dei Creedence Clearwater Revival, a River Deep – Mountain High, a Nutbush City Limits, un crescendo di successi ed esasperazione, a causa dei continui abusi di lui, fino allo scioglimento del matrimonio, al divorzio, e alla rinascita, artistica e personale, avvenuta nei primi anni ’80.
La consacrazione nel 1984 grazie all’album “Private Dancer”, oltre venti milioni di copie vendute in tutto il mondo e singoli fortunati come “What’s Love Got to Do with It”. Nel 1985, tra le tante collaborazioni, fece parte del cast del film “Mad Max – Oltre la sfera del tuono”, cantando il tema portante della colonna sonora “We Don’t Need Another Hero” e One of the Living. E poi, “Typical Male” nel 1986, “The Best” nel 1989. Nel 1991 pubblicò la sua autobiografia, che divenne subito un bestseller da cui fu tratto due anni dopo il film “Tina – What’s Love Got to Do with It”, diretto da Brian Gibson. Tina, gambe toniche e rock. Nel 1998, cantò in duetto con Eros Ramazzotti una versione del brano di Eros “Cose della vita”. Nel 2000 interpretò anche se stessa in un episodio della serie americana Ally McBeal. Tina, rossetto rosso fuoco e cuore. Nel 2006 duettò con Elisa Toffoli in “Teach me again” singolo inserito nel film corale “All the Invisible Children”, che denunciava la situazione di sfruttamento dei bambini lavoratori in diverse parti del mondo, e i cui proventi andarono in sostegno ad alcuni progetti dell’Unicef.
La rivista Rolling Stones l’ha inserita al 17° posto della classifica dei migliori cantanti di sempre. Nella sua carriera, tra i tantissimi premi e riconoscimenti, ha ricevuto anche dodici Grammy Awards. Con oltre 100 milioni di copie vendute in tutto il mondo è stata una delle artiste di maggior successo nella storia della musica internazionale contemporanea. Tina, musica e resilienza. Quella che non gli ha risparmiato nemmeno il dolore più grande: La perdita di due figli. Ronnie e Craig, quest’ultimo morto suicida. Ora, Tina, vola alto! Rest in Rock and Roll.