Esiste una questione minorile in Campania. Dove il numero degli adolescenti rinchiusi in carcere disegna un vero allarme sociale. E impone soluzioni immediate per scongiurarne la trasformazione in un’emergenza nazionale. Con sostegno a scuola e famiglia.
Il monito arriva da Samuele Ciambriello, Garante regionale dei detenuti. Il quale, nella sua relazione sul semestre gennaio-giugno 2022, snocciola i numeri del fenomeno. Sei adolescenti condannati per omicidio volontario; 77 per tentato omicidio; e quattro per omicidio stradale. Cui si aggiungono i 47 sotto la voce “violenza sessuale”; i 206 coinvolti in attività di produzione, spaccio e traffico di stupefacenti; i 47 finiti dietro le sbarre per atti persecutori e stalking; e gli 82 colpevoli di rissa.
Questa l’istantanea del mondo minorile che restituiscono gli istituti di pena della Campania. Regione, secondo Ciambriello, che paga le deboli politiche di prevenzione da adottare in presenza di segnali di allarme come l’abbandono degli studi. Per il Garante dei detenuti, dunque, la soluzione non è né inasprire le pene né anticipare l’età della punibilità.
Troppo spesso, sottolinea Ciambriello, “il primo contatto dinanzi al quale si trova un minore napoletano è personificato dalla figura non del maestro, ma del giudice o del rappresentante delle forze dell’ordine. Il tema dell’evasione scolastica è da sempre presente nell’agenda politica, ma non è stato mai radicalmente risolto», accusa il Garante, che auspica il lancio di una campagna a tappeto per sensibilizzare non solo le famiglie, ma l’intero ambiente che dovrebbe operare a sostegno delle autorità scolastiche chiamate a segnalare gli evasori e le loro famiglie».