Tutti ai piedi di “Kvaravaggio”, il georgiano che incanta

Dopo le piccole paure e i flebili mormorii delle inseguitrici, il Napoli di Luciano Spalletti riprende la sua marcia, riscattando il ko interno contro la Lazio di Maurizio Sarri. Il successo tra le mura amiche arriva su un’Atalanta ferrea che, soprattutto nei primi 45 minuti, concede pochissimi spazi agli azzurri. Ma, nella seconda frazione scende in campo un Napoli perentorio che, con la solita classe, spazza via incertezze, dubbi e anche la formazione di Gian Piero Gasperini.

Con la ventiduesima vittoria di questo campionato, la classifica torna a recitare il copione di due settimane fa: grazie alla sconfitta dell’Inter sul campo dello Spezia per 2-1, il Napoli torna infatti a +18 dalla squadra nerazzurra. Un vantaggio siderale, da capogiro, che proietta gli azzurri verso il terzo tricolore della propria storia. Tricolore che sembra ormai a un palmo di mano di distanza, visto che alla squadra partenopea mancano 19 punti (qualora l’Inter vincesse ogni singolo match da qui fino al termine della stagione) per laurearsi matematicamente Campione d’Italia.

Successo maturato al Diego Armando Maradona, dove Luciano Spalletti schiera Gollini tra i pali, andando a sostituire Meret a causa di un problema last minute al polso; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, e Olivera per la retroguardia; Anguissa, Lobotka e Zielinski come terzetto di centrocampo; Politano, Osimhen e Kvaratskhelia come tridente offensivo.

Il Napoli, nel primo tempo, crea e chiude l’Atalanta nella propria trequarti, senza però riuscire a sbloccare il match. Le azioni più importanti dei primi 45’ le hanno Politano, sinistro dal centro dell’area di rigore sventato prontamente da Musso, e Kvaratskhelia che, dopo aver lasciato sul posto Toloi e Maehle, si invola verso la porta, ma conclude sul petto dell’estremo difensore bergamasco.

Nel secondo tempo gli azzurri scendono in campo con la fame e la cattiveria di chi sa come si vincono partite così chiuse e complicate e, allo scoccare dell’ora di gioco, Osimhen lancia Kvaratskhelia contro la difesa atalantina: il georgiano si avvicina con eleganza all’area di rigore, entra e mette a sedere, con uno slalom quasi Maradoniano, tre difensori dell’Atalanta per poi concludere senza pietà alle spalle di Musso. L’urlo di liberazione del giocatore più artistico presente nel rettangolo verde è solo la degna conclusione di una poesia calcistica, sussurrata con eleganza e dolcezza, dettate da una serpentina da stropicciarsi gli occhi.

Da qui inizia il monologo partenopeo, pronunciato senza sforzo e con la prontezza insita nei grandi oratori. Gli azzurri poi chiuderanno i conti al 77’, con lo stacco prodigioso di Rrahmani che, non solo supera Musso e l’Atalanta, ma lancia i propri compagni verso la vittoria. Il Napoli s’impone per 2-0 sui bergamaschi, e il Diego Armando Maradona si prepara al prossimo avversario da affrontare: l’Eintracht Francoforte sta per arrivare, e il Napoli è pronto ad accoglierlo.

 

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